Necessità o bellezza? A volte ci orientiamo facilmente con le nostre azioni quando avvertiamo una necessità in quell’azione, un obiettivo positivo, benefico, di soluzione a un problema nostro o di altri. Più difficile fare le cose con un senso estetico di bellezza, non finalizzata immediatamente ma perché ci piace, perché quell’azione costituisce un’immagine simbolica evocativa di senso per noi e gli altri, di connessione profonda col mondo circostante. Scegliendo necessità al posto di bellezza o più spesso rispetto a cose fatte per bellezza, forse facciamo economia delle nostre risorse mentali, nell’immediato. Le nostre azioni ci appaiono più sensate ma forse da questa opzione nasce nel tempo un po’ di tristezza, di amarezza, per la perdita di qualcosa, di cui ci si accorge in genere non nell’immediato. Dicono che sia l’anima a custodire questo rapporto estetico con la realtà, a rispondere e a dialogare con la realtà attraverso questa senso più profondo delle cose, quello estetico.
Opacità delle parole Opacità dei desideri Opacità dei comportamenti Opacità delle situazioni Opacità della vista Opacità degli obiettivi Opacità del cielo Opacità dei progetti Opacità delle idee Opacità dei sentimenti Opacità delle sensazioni Opacità degli schieramenti Opacità degli interessi Opacità delle giornate Opacità dei racconti Quanta opacità, quasi quasi vado a guardà! :)
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