Lo Stato è assente?

Lo Stato è assente?

Dopo lo scioglimento del Partito comunista italiano non si trova più un cavalluccio rosso su cui fare salire i pigri di pensiero e di azione e portarli dove serve ai manipolatori odierni (volendo ci sarebbe AVS), si perché prima, negli anni 50, non si trattava di pigrizia ma di ignoranza e di necessaria scuola di pensiero politico e azione politica comunista, alternativa alla scuola di pensiero politico e azione politica cattolica, le due culture politiche democratiche principali del 900, insieme a quella socialista e quella liberale. All'elettore italiano hanno stavolta dato la distinzione televisiva tra destra e sinistra ma la politica e la democrazia non sono un fatto televisivo sono un fatto di partiti vecchi (quelli del 900) oppure di necessari partiti nuovi democratici (no Lega, no PD, no Forza Italia, no Fratelli di Italia), ci vogliono partiti nuovi e democratici che si finanziano in maniera trasparente ma non ci sono più, un po' solo il M5S in alcuni suoi tratti innovativi ormai persi, tanto che lo stanno trasformando in un cavalluccio di sinistra personale e di plastica, no forse è progressista, no forse è comunista, no forse è di centro, no è di destra, etc. etc. La politica democratica è stata liquidata da leggi elettorali sbagliate e dalla P2, da massonerie deviate, da lobby affaristiche molto scarsamente democratiche e mafie, purtroppo, ma io andrò a votare lo stesso qualcosa di votabile, ogni volta, anche sbagliando.


 

Le post democrazie, fotografate negli anni novanta da Crouch, un importante sociologo e politologo inglese che ha scritto altri libri successivamente, sono state fotografate quasi 20 anni prima da Rino Gaetano (Nuntereggaepiù), anche se molto sinteticamente. La democrazia e la politica non sono la stessa cosa e si sono separate progressivamente a partire da quegli anni in tutto il mondo sviluppato o quasi. Mentre il mondo sottosviluppato fa ancora la fame, la nostra politica ignora ormai il mondo reale e le sue tragedie, anzi le alimenta addirittura, proprio a partire dalla guerra in Vietnam, quella in Afghanistan della Russia quasi negli stessi anni, di Israele in Palestina, fino ai giorni nostri e chissà ancora per quanti decenni.

Le culture moderne/democratiche nuove che emergono o emergeranno sono di vario tipo e provengono da vari tipi di organizzazioni. Cercando una sintesi per l'Italia, c'è la cultura tecnico/amministrativa/giuridico/istituzionale della nuova Pubblica Amministrazione italiana. 

C'è una nuova cultura teorico pratica dell'ambiente e del territorio che si sta sviluppando un po' nella pubblica amministrazione locale (gestione dei rifiuti, ambiente), un po' nell'associazionismo ambientalista storico e forse cominicia anche in una parte delle imprese più sensibili e attrezzate. 

C'è una cultura dell'inclusività/salute/povertà che si è sviluppata nel terzo settore, cattolico e laico dagli anni 90 e storicamente anche nel sistema sanitario pubblico, forse anche nel privato?

Poi c'è una cultura dell'impresa/lavoro non più contrapposta, che forse si sta sviluppando nelle imprese piccole e medie che stanno sul mercato in cui il lavoro manuale, il lavoro direzionale e la proprietà tenderanno a collaborare, probabilmente, per necessità condivise. 

E infine una cultura comunicativa/culturale/educational che proviene da scuole, istituti di formazione, università e dalla partecipazione diffusa sul web. 

Come si mescoleranno queste culture emergenti con le vecchie culture politiche/statali e industriali del 900? Ci saranno dei nuovi partiti capaci di creare dei mix specializzati di queste culture al loro interno, per rappresentare nuovamente e solidamente l'Italia nel Parlamento?

Dipende da nuove leggi elettorali più proporzionali, secondo me, da nuovi partiti capaci di essere aperti, scalabili e sostenibili finanziariamente. Ma per adesso, non mi sembra che la politica nazionale abbia questo orientamento.


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