Il bello dei social forse è la loro natura effimera e in continua evoluzione, puoi usarli bene, fare contro informazione, condividere contenuti culturali oppure usarli male e stressarti, ricavarci problemi, oppure soldi se sei uno di quegli influencer con milioni di follower ma sono e restano abbastanza liquidi e cangianti. Credo che neanche i grandi manipolatori dei network televisivi e giornalistici possano davvero controllarli i social, come fanno con l'informazione. Il potere ha i suoi anti poteri che spesso sono degenerati, il web strutturalmente mi sembra riesca a rigettare qualsiasi concentrazione di potere, più o meno, questo lo considero un valore molto positivo, o no?
Perché ci informiamo? Domanda apparentemente semplice, a cui possiamo dare una risposta altrettanto semplice, in apparenza: per capire e per decidere. Che cosa capire e decidere? Le nostre opinioni, i nostri atteggiamenti mentali e sentimentali e i nostri comportamenti pratici. E così si capisce anche perché ci sia tanta attenzione sia democratica sia manipolatoria sull'informazione e sulle aziende pubbliche e private che la producono quotidianamente, anche sulle case editrici, sull'arte, la musica, le discipline scientifiche, il web. Per fortuna c'è anche sempre la nostra esperienza di vita quotidiana, la nostra cultura urbana, tradizionale e innovativa, quella del nostro paese, dove viviamo e che ci fa può fare da baricentro concreto e culturale ma non è sempre così e non in tutte le epoche.
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