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La fatica della razionalità

Ogni domanda, ogni questione con i suoi concetti o i suoi argomenti ha una sua retorica che delinea e induce già a certo tipo di risposte, di reazioni del pensiero. Il lavoro razionale, la fatica della razionalità sta nel decifrare queste retoriche contenute nella questione o nel dibattito in corso, che tendono a preindirizzare le nostre reazioni e risposte, e scegliere di produrre invece una risposta personale o collettiva veramente creativa e soddisfacente. Ma il ping pong a cui siamo sottoposti dai giornali e dalla tv non ha niente a che fare con la creatività, con l'evoluzione personale o dell'opinione pubblica, o con gli atteggiamenti mentali più consolidati del cittadino. Il dibattito nei media è solo stretching, sollecitazione, animazione, vuota di risposte reali, di proposte e nuovi corsi per il pensiero e l'azione. Stamattina sto filosofico, mi è uscita così e poi l'ho aggiustata un po'. Buona giornata a tutti!

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Perché ci informiamo?

Perché ci informiamo? Domanda apparentemente semplice, a cui possiamo dare una risposta altrettanto semplice, in apparenza: per capire e per decidere. Che cosa capire e decidere? Le nostre opinioni, i nostri atteggiamenti mentali e sentimentali e i nostri comportamenti pratici.  E così si capisce anche perché ci sia tanta attenzione sia democratica sia manipolatoria sull'informazione e sulle aziende pubbliche e private che la producono quotidianamente, anche sulle case editrici, sull'arte, la musica, le discipline scientifiche, il web.  Per fortuna c'è anche sempre la nostra esperienza di vita quotidiana, la nostra cultura urbana, tradizionale e innovativa, quella del nostro paese, dove viviamo e che ci fa può fare da baricentro concreto e culturale ma non è sempre così e non in tutte le epoche.

Questioni identitarie o pratiche?

Per usare un eufemismo la politica contemporanea ci crea continuamente problemi di identità, di atteggiamento culturale, di schieramento identitario ma anche da un punto di vista teorico non è difficile rendere le cose un po' più articolate, comprensibili e accettabili, vi propongo 16 dimensioni espresse in maniera dicotomica... e anche così non è sempre facile capire dove ci si trova ma almeno si può cominciare a ragionare. Oppure provare a collocarsi, sempre come atteggiamento generale su un scala di 4 posizioni per ognuna di queste dicotomie: per niente-poco-abbastanza-molto. :) progressista-conservatore individualista-collettivista di destra-di sinistra centralista-federalista monarchico-repubblicano egualitario-elitario legalista-liberista moralista-permissivo intellettualista-sentimentale ambientalista-industrialista nazionalista-internazionalista occidentalista-terzomondista multilateralista-europeista identitario-multiculturalista per lo stato-per il mercato confessionale-m

Sto invecchiando?

A 53 anni si possono fare dei giochi divertenti e condividerli, perché possono aiutarci a capire alcune cose della nostra vita, a volte anche di quella collettiva. Elenca solo 4 personalità della cultura moderna che pensi ti abbiano aiutato, perché li hai scelti, a formarti in vari periodi della vita (è poco più di un gioco): Scrittori: Fromm, Hillman, Benni, Jodorowsky Musicisti: Pino Daniele, Stevie Wonder, Keith Jarrett, Daniele Sepe. Attori cinematografici: Troisi, Moretti, Verdone, Bud Spencer e Terence Hill Attori televisivi: Corrado Guzzanti, Sabina Guzzanti, Grillo, Benigni   Poi fatto l'elenco scegline solo uno: Erich Fromm.