Ogni
domanda, ogni questione con i suoi concetti o i suoi argomenti ha una
sua retorica che delinea e induce già a certo tipo di risposte, di
reazioni del pensiero. Il lavoro razionale, la fatica della razionalità
sta nel decifrare queste retoriche contenute nella questione o nel dibattito in corso, che tendono a preindirizzare
le nostre reazioni e risposte, e scegliere di produrre invece una risposta personale o collettiva veramente creativa
e soddisfacente. Ma il ping pong a cui siamo sottoposti dai giornali e dalla tv
non ha niente a che fare con la creatività, con l'evoluzione
personale o dell'opinione pubblica, o con gli atteggiamenti mentali più consolidati del cittadino. Il dibattito nei media è solo stretching, sollecitazione, animazione,
vuota di risposte reali, di proposte e nuovi corsi per il pensiero e l'azione. Stamattina sto filosofico, mi è uscita così e poi l'ho aggiustata un po'. Buona giornata a tutti!
Perché ci informiamo? Domanda apparentemente semplice, a cui possiamo dare una risposta altrettanto semplice, in apparenza: per capire e per decidere. Che cosa capire e decidere? Le nostre opinioni, i nostri atteggiamenti mentali e sentimentali e i nostri comportamenti pratici. E così si capisce anche perché ci sia tanta attenzione sia democratica sia manipolatoria sull'informazione e sulle aziende pubbliche e private che la producono quotidianamente, anche sulle case editrici, sull'arte, la musica, le discipline scientifiche, il web. Per fortuna c'è anche sempre la nostra esperienza di vita quotidiana, la nostra cultura urbana, tradizionale e innovativa, quella del nostro paese, dove viviamo e che ci fa può fare da baricentro concreto e culturale ma non è sempre così e non in tutte le epoche.
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