L’artista è un vero concentrato in movimento della società ma ne può diventare anche un surrogato artificioso, in una veste artistica scelta poco consapevolmente, che non gli si addice, lo affatica o lo fa diventare finto e poco soddisfatto.
A parte le responsabilità e i doveri che la vita a volte ci impone, i nostri e altrui percorsi di transizione, e le sue difficoltà, trovo che lamentarsi spesso sia il segno che quel lavoro o quella situazione non fa per noi, che quell’impegno non è la nostra missione, la nostra strada, non lo è ancora, o forse non lo sarà mai.
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